Nel Parlamento più pazzo del mondo, capita anche questo.
In pochissime sedute di legislatura, Adriano Cario si è già meritato una presenza in "Accettate il Consiglio" e oggi raddoppia la sua partecipazione.
Cario, chi era costui?
Trattasi di un senatore all'estero eletto nella circoscrizione dell'America Meridionale, nato a Montevideo in Uruguay e residente a Buenos Aires in Argentina, di professione imprenditore e giornalista, direttore del giornale "L'eco dell'Italia" e presidente dell'Associazione Centro Calabrese di Buenos Aires.
La sua storia si interseca con il fantastico mondo dei parlamentari eletti Oltreoceano, che fanno capo sostanzialmente a due partiti, il MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero, e l'USEI-Unione Sudamericana Emigrati Italiani. che ha portato in Parlamento il segretario Eugenio Sangregorio e, per l'appunto, il senatore Cairo.
A questo punto, dopo che - come abbiamo raccontato - il MAIE ha fatto un gruppo comune con gli ex pentastellati a Montecitorio, annunciando il proprio sostegno a un eventuale governo con sei voti, Sangregorio ha segnato ulteriormente le distanze, passando dal limbo degli apolidi della Camera, i deputati non iscritti ad alcuna componente, di cui era rimasto l'ultimo alfiere, alla lista degli oppositori a una maggioranza in cui non si riconosceva, andando a rinforzare i lupiani ed ex fittiani di "Noi con l'Italia", diventati quattro grazie con lui e ribattezzati "Noi con l'Italia-USEI".
Ma nel fantastico mondo degli eletti italiani all'estero capita che Cario non apprezzi le scelte di Sangregorio e sbatta la porta dell'USEI.
Riuscendo così a stabilire, per ora, il record di cambio di componenti parlamentari all'interno del Misto di Palazzo Madama.
Il senatore argentino ha iniziato nel gruppetto con i socialisti di Nencini e i colleghi del MAIE, dando vita al PSI-MAIE-USEI, poi dopo dieci giorni ha salutato la compagnia per fondarsi il suo (mono)gruppetto USEI vissuto un mese e ora è tornato nel PSI-MAIE, spiegando la sua scelta con la volontà di appoggiare il governo e di non riconoscersi più nelle scelte del segretario Sangregorio.
Insomma, via il dente, via il dolore.
Si cambia gruppo e via.
E' la legge di Cario.